Dalle tasche di ogni cittadino italiano, con cadenza annuale, vengono prelevati - destinazione Europa - ben 623 euro di tasse. Soldi che dovrebbero rientrare in Italia sotto forma di fondi a servizio di cittadini e imprese previo chiarimento su come li si vuole spendere. Sempre che lo si sappia. Perché è qui che sta il problema.
Quando la richiesta dei capitali è affidata direttamente alle imprese, le quali senza intermediari si rivolgono all’Unione Europea per ottenere il finanziamento di programmi e progetti, il risultato è che i fondi – detti in questo caso “Diretti” – tornano velocemente in Italia a servizio dell’innovazione (programma Horizon 2020), della mobilità dei saperi (programma Erasmus+) della competitività e dell’apertura ai mercati esteri (programma Cosme). Ma quando di mezzo ci sono Stato e Regioni, l’immobilismo la fa da padrone...
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