Meno commercio tradizionale e meno ristorazione e turismo. La grande recessione - scoppiata dieci anni fa - ha trasformato profondamente il volto delle città, modificando la composizione delle attività urbane e facendo spegnere le luci di molti negozi.
Dal 2007 ad oggi, infatti in provincia di Cremona sono scomparse 530 imprese del commercio in sede fissa, il 13,6% del totale. Sul versante delle attività ricettive, che per altre realtà urbane invece stanno fungendo da volano per una ripresa, si assiste ad una diminuzione, che seppure minima (-0,1%) rappresenta fonte di preoccupazione. Infatti, rispetto al resto della Lombardia che complessivamente vede aumentare del 16% alberghi, B&B, bar e ristoranti, la provincia di Cremona è al palo. Una performace peggiore la raggiunge solo Sondrio (-5%).
E’ quanto emerge dallo studio dell’Ufficio Economico Confesercenti, elaborato a partire dai dati Istat e dalle rilevazioni dell’Osservatorio Commercio e Turismo dell’associazione.
“A dispetto dei dati governativi diffusi - spiega Agostino Boschiroli, presidente Confesercenti della Lombardia orientale sede di Cremona - che parlano di ripresa a livello industriale, le piccole attività che sono l’ossatura del Paese scontano ancora troppo le conseguenze della crisi. A livello locale la provincia di Cremona soffre di un profondo isolamento, privata di infrastrutture in grado di intercettare i flussi turistici ed scollegata dal circuito delle principali città d’arte. Ecco perché è necessario che la politica intervenga come abbiamo recentemente chiesto all’amministrazione comunale di Cremona. Il dato eclatante sulle chiusure dei negozi al dettaglio ci conferma inoltre come le modalità dei consumi siano cambiante. La rivoluzione è in atto e la possiamo affrontare solo facendo rete, ognuno deve fare la propria parte ”.
“La crisi mondiale ha colpito tutti - afferma Giorgio Bonoli, direttore Confesercenti della Lombardia orientale sede di Cremona - l’Europa, l’Italia, la Lombardia, le nostre province e città. Ma dai dati emersi non si può non notare come Cremona, a livello regionale, abbia sofferto più di altri. Siamo in sofferenza su tutti i fronti: dove in altri territori il turismo è cresciuto ed riuscito a controbilanciare le perdite subite nel settore del commercio al dettaglio, a Cremona purtroppo non è stato così. Questo ci deve spingere ad affrontare con maggiore determinazione il problema. E’ quindi auspicabile, l’impegno di tutti affinché questo trend negativo si interrompa e si inverta”.
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