Le parole possono essere pietre. Possono colpire e fare male quando non vengono utilizzate in modo appropriato. Quando ci riferiamo a persone con disabilità, sentiamo e leggiamo molto frequentemente “ragazzi speciali”, qualunque sia l’età delle persone e qualunque sia la disabilità alla quale si fa riferimento. Vale la pena ricordare perchè diciamo “speciali”. Quando si è cominciato a parlare di disabilità, chi non rientrava nella medicina “normale”, finiva nella “speciale”: i ragazzi con qualunque tipo di disabilità erano, dunque, tutti indistintamente “speciali”. Ma non va bene, perchè la parola non esatta colpisce e pone le persone con disabilità in una condizione di pregiudizio. Dobbiamo impegnarci e fare in modo che le parole siano appropriate. Grazie alla letteratura e alla filmografia, per esempio, sono stati fatti diversi passi avanti in tema di lotta alla discriminazione: in tema di disabilità c’è ancora molto da fare. A ben vedere anche le parole creano ostacoli e non aiutano nel non facile percorso verso lo sviluppo dell’autonomia e della responsabilità che Anffas sta portando avanti fin dal 1958, con il motto: la persona al centro...
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Amedeo Diotti
Presidente Anffas Cremona Onlus
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