In via Solferino, definita con ispirato tratto poetico da Lucia Zanotti “un piccolo gioiello, quasi un cesello d’oreficeria e di arte”, la pasticceria Lanfranchi si presenta pressoché uguale a quel lontano 1937: lastre di marmo verde scuro fanno da cornice alle tre antiche vetrine, davanti alle quali è impossibile non fermarsi a guardare con l’acquolina in bocca. Così accade che spesso si varchi l’ingresso della pasticceria, i cui locali si presentano nell’elegante stile liberty originario. Al pianterreno, si trova il negozio vero e proprio con i dolci prodotti in bella mostra sotto le vetrinette scorrevoli; e poi vasi di caramelle, cioccolati e torroncini sugli scaffali e ancora stecche di torrone accanto a specialità stagionali sui tavoli coperti da linde tovaglie. Delizioso l’angolo bar che permette di sbirciare nel retro bottega e farsi inebriare dal profumo che proviene dal laboratorio. L’eleganza dello stile che caratterizza il locale continua nella sala da tè al primo piano che, nei periodi che precedono il Natale e la Pasqua, viene adibita a sala esposizione per regali che sono davvero unici.
Alle pareti di questa sala fanno bella mostra numerosi attestati all’arte di Aurelio Alberti. In un biglietto, che porta la data del 24 Dicembre 1937, la famosa Petronilla lodò i dolci della pasticceria Lanfranchi, rinnovando la sua grande ammirazione anche due anni dopo. Un telegramma, inviato da Bruno Buitoni, testimonia l’assegnazione del primo premio assoluto nel concorso “Pasticceri Perugina”. Numerosissimi poi i diplomi, fra i quali meritano di essere ricordati quelli più antichi: il primo nel 1923 in occasione dell’Esposizione del risveglio industriale e commerciale a Milano e il secondo con medaglia d’oro a Firenze nel 1929 per l’Esposizione Mostra Campionaria. È del 1993 l’iscrizione fra i Locali storici d’Italia conferita dall’Associazione omonima e confermata dalla regione Lombardia con il riconoscimento di Esercizio storico di rilievo regionale...
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