al futuro, se l'uomo diventa
mero strumento
della téchne
Uniti (e non da subito), in occasione dell’emergenza sanitaria ma, oggi, divisi su tutto il resto (o quasi). La relazione introduttiva con cui Stefano Allegri, presidente dell’Associazione Industriali di Cremona, ha aperto i lavori dell’assemblea, parte da qui. Dalla constatazione che la fase storica così travagliata e complessa che stiamo vivendo richiederebbe condivisione, capacità di fare sintesi e, naturalmente, visione rispetto ai pericoli da fronteggiare e agli obiettivi che si intendono raggiungere, al punto di arrivo. Invece, purtroppo, le cose non stanno propriamente così: «Globalmente, sul piano sociale - afferma Allegri - la pandemia aveva avuto una sorta di effetto positivo imprevisto, creando un senso di “Avvicinamento”. Eppure, dopo due anni di sofferenza, siamo piombati in una crisi economica ancora peggiore, causata dall’uomo e nella forma più truce: la guerra. L’invasione dell’Ucraina da parte della Confederazione Russa ci ha rigettati indietro nel tempo, ad anni bui che speravamo sepolti nei ricordi della storia». Il tutto avviene in un momento della storia dell’umanità in cui tutto è collegato e avviene a velocità incredibile, in un modo che non consente - o rende comunque davvero difficile - cercare di organizzare contromisure efficaci in grado di farci gestire e metabolizzare il cambiamento. «Siamo in un contesto diverso - prosegue il presidente degli Industriali -: tutto è accelerato dal fatto che il mondo è interconnesso e fluido e ogni avvenimento che accade in qualche parte del pianeta, influenza e a sua volta viene influenzato, senza eccezioni»...
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