«Prematuro» discutere di un taglio dei tassi. Come era prevedibile, la Banca Centrale Europea, nella prima riunione che si è tenuta giovedì 25 gennaio, ha deciso di confermare l’attuale livello dei tassi di interesse: il tasso di rifinanziamento resta al 4,50%, quello sui depositi al 4% e quello sulle marginal lending facilities, per le operazioni di rifinanziamento d’emergenza, al 4,75%. Un livello molto elevato, se si pensa che nel giugno del 2022 il tasso di interesse era pari a 0.
Nonostante i numerosi e insistenti inviti da parte del mondo economico e nonostante l’inflazione sia tornata abbondantemente sotto la soglia di sicurezza (si legga l’intervista all’economista cremonese Carlo Cottarelli, che apre l’attualità del primo dorso, nda), la Bce ha deciso che i tassi «resteranno fermi fino a quando sarà necessario». Questa decisione, naturalmente, rappresenta una doccia fredda per il mondo dei risparmiatori e degli investitori e nello specifico per coloro che stanno sostenendo il pagamento di un mutuo, ma anche per coloro che vorrebbero acquistare una casa. L’alto costo del denaro rappresenta, come si diceva, un freno all’economia, anche per le imprese del comparto edile, negli ultimi anni galvanizzate dal superbonus e ora alla finestra in attesa di capire come sarà rimodulata questa misura che ha dato un grande sostegno a un comparto che si era trovato in grande difficoltà. Compravendite immobiliari ed edilizia, due facce della stessa medaglia. Per cercare di capire qual è lo stato dell’arte in provincia di Cremona abbiamo intervistato Remo Castelli, referente A.n.a.m.a Confesercenti Cremona, che parte dalle quotazioni degli appartamenti e degli immobili nel capoluogo di provincia e nei principali comuni del nostro territorio e Paolo Beltrami, presidente dell’Ance di Cremona, con cui abbiamo esaminato le necessità delle imprese del settore e le opportunità rappresentate dalla transizione verde...

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Paolo Fornasari e Stefano Frati

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