La definisce «necessità impellente», di fronte alla quale serve «un processo tecnico-politico che metta in gioco valori economici, sociali e di governance», per evitare la logica del superbonus a pioggia. Con queste e tante altre riflessioni, l’architetto Maurizio Ori legge e commenta la direttiva Ue “case green”.
Architetto, la svolta green è cosa fatta. Che opinione ha?
«La Direttiva è stata approvata dall’Europa, ma non sappiamo come il Governo italiano vorrà convertirla in Legge. Sarà comunque inevitabile fare i conti con questa “necessità impellente”; dovremo predisporre un piano che consente di gestire adeguatamente la transizione energetica ambientale delle abitazioni del patrimonio edilizio italiano. Diversamente saremo costretti a registrare un arretramento preoccupante in termini ambientali ed ecologici del nostro Paese».
Il Superbonus ha condizionato, economicamente e psicologicamente, il concetto di ristrutturazione e ha prodotto conseguenze come l’innalzamento dei costi del materiale e delle opere. Come possiamo evitare di nuovo questo rischio?
«Sicuramente il superbonus 110% ha “drogato” il mercato e ha innalzato i prezzi. Il tema è molto complesso e preferisco rimandare a un intervento tecnico di Ezio Micelli, professore ordinario presso l’Università IUAV di Venezia, che presenterà queste tesi alla REbuild di Riva del Garda i prossimi 14 e 15 maggio, in cui dice che urge pensare, dopo gli ultimi dati relativi al superbonus, che “l’intrapresa non è più realizzare sulla base dell’esclusivo contributo pubblico, urge pensare a nuovi modelli che promuovano l’innovazione nel settore costruzione, nuovi incentivi pubblici calibrati. È in gioco non solo un pezzo importante della transizione ecologica ma anche una parte importante del valore delle case degli italiani. Il rischio già evidente nei numeri del mercato è di polarizzare la proprietà tra chi si può permettere la posizione traendone beneficio e chi non ha i mezzi, con le conseguenze che ne derivano”. Come dice sempre Micelli, occorre quindi immaginare un processo tecnico-politico che metta in gioco valori economici, sociali e di governance per generare “nuovo valore” agli immobili del nostro Pease; ovvero un processo complesso tra premialità e costi incentivi che evitino la logica adottata dal superbonus a pioggia».
Per migliorare la classe energetica sarà sufficiente installare impianti di energie rinnovabili o è d’obbligo anche (e forse prima) intervenire sull’involucro dell’abitazione? Su certi edifici storici non saranno semplici queste operazioni...
«L’approccio al miglioramento della classe energetica deve necessariamente prevedere sia l’involucro (cosiddetto sistema passivo) che è il vettore (...)».
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