Tra pochi giorni, a Casalmaggiore e frazioni, verrà distribuito un opuscolo di 68 pagine sui risultati raggiunti dall’amministrazione di Centrodestra in questi 5 anni.
Sindaco Bongiovanni, 68 pagine sono tante, è convinto che i suoi concittadini lo leggano?
«Sappiamo che non saranno in tanti a leggerlo. Andiamo tutti di fretta. Ma mi auguro possano sfogliarlo, dare un’occhiata a quel che abbiamo fatto e vedere la nuova squadra che si candiderà… Poi, era comunque giusto, a fine mandato, fare il punto dei lavori fatti e da fare a Casalmaggiore».
Riesce a fare un bilancio critico di questi 5 anni?
«Certo, con la premessa che io ho l’abitudine di rileggermi il programma elettorale. Ho riletto quello del 2014 e adesso quello del 2019. Devo dire che il programma è stato in larga parte rispettato. C’è un ritardo di un anno e mezzo o due, dovuto alla Pandemia. In quel periodo, non potevamo pensare ad altro. Poi, per fortuna, è uscito il Pnrr e il Comune di Casalmaggiore ha intercettato 4 bandi e sta realizzando opere per oltre 6 milioni di euro a fondo perduto sul Pnrr, più altri 6 milioni per il nuovo Palazzetto dello sport, tramite accordo di programma con Regione Lombardia che è stato stipulato nel 2020, poi aggiornato perché i costi erano schizzati alle stelle».
Sul Palazzetto qualche polemica c’è stata, si diceva: troppo grande per essere una palestra, troppo piccolo per essere un Palazzetto…
«Come spesso accade, chi parla non sa esattamente come stanno le cose. I Contras dicevano addirittura che l’avremmo costruito a fianco della chiesa di S.Maria dell’Argine, cosa assolutamente falsa. Ricapitolo: le scuole elementari sono state costruite nel 2004, senza fondi sufficienti per costruire anche la palestra. Nel corso degli anni si è capito che la palestra Baslenga non era più in grado di ospitare neppure le partite di basket. O in grado di ospitare eventi di rilievo di società sportive come la Gymnica 2009 e di arti marziali. Quindi occorrevano una struttura sportiva e una palestra scolastica: abbiamo unito le due cose. La Vbc non è più in A1?… Cosa c’entra? Intanto, bisogna fare strutture a misura della città: una serie A1 di volley ha bisogno di 3 mila posti a sedere. Dunque, la Vbc sarebbe rimasta a Cremona. Però, non avremmo potuto fare una palestra solo scolastica, per i problemi denotati dalla Baslenga. Tempistica? C’è del (...)».
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