La bellezza non si spiega, «si incontra». Un sintomo per riconoscerla è la «folgorazione». Succede anche «ascoltando un brano musicale», dice Carlo Lazzaroni. Lui, dentro la musica, è stato inzuppato sin da piccolo, ne ha assaporato piaceri e fatiche. Ha imparato «un metodo fatto di sacrificio e di pazienza» quando i suoi coetanei si iscrivevano alle scuole calcio. Secondo di sei fratelli, tutti educati musicalmente, chi violino, chi violoncello, pianoforte, canto o chitarra, Carlo a 8 anni finisce «sotto l’ala» di una straordinaria insegnante di solfeggio, Anna Rosa Federici. «Fiorentina, donna di grande fede – racconta Carlo – ha capito subito le potenzialità che avevo». È lei che gli suggerisce di passare al violino lasciando il pianoforte. «Per il cosiddetto “orecchio assoluto” – spiega lui – una dote che sarebbe stata esaltata con uno strumento ad arco piuttosto che con uno a intonazione fissa. Lei lo aveva capito».
La vita di Carlo si inerpica su sentieri che impongono ritmo, costanza, fatica, ma che gli valgono quelle «folgorazioni» che la musica regala. Il “sacrificio” di conoscerla ha nella bellezza il suo centuplo. Maturità al liceo Scientifico, diploma al Conservatorio di Parma, poi sei anni di corso di perfezionamento in violino e musica da camera. Carlo inizia a insegnare in una scuola media in Franciacorta, entra nell’orchestra Toscanini di Parma e, a 26 anni, si appassiona di musica antica, quella del 6-700, che studia con l’ausilio di professori esperti in prassi esecutiva. «Cosa ci trovo di bello? La possibilità di immedesimazione in un particolare linguaggio musicale. Non sono per la filologia fine a se stessa. Il mio desiderio è tentare di suonare come suonavano a quei tempi. Ho comprato un violino viennese del 1765 e mi piace pensare che probabilmente l’ha usato qualche compagno di Mozart». Dopo i ruoli di precario ai conservatori di Reggio Emilia e di Modena, oggi Carlo è supplente al conservatorio di Bari, dove insegna Violino. A Milano – città in cui vive con la famiglia: è sposato e ha tre figli –, fonda l’Accademia Ambrosiana, scuola di musica che all’inizio conta 30 iscritti, oggi 350 distribuiti in tre sedi. «Non è stata l’iniziativa di un singolo, ma di un gruppo di amici, tutti con la grande passione per la musica. La bellezza che viviamo doveva trovare uno sbocco educativo, non potevamo tenercela per noi». Lazzaroni, oggi, è il (...)
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