l’interruzione mai
davvero applicate»
Il mondo cattolico si è da sempre schierato contro l’aborto, forte anche dei richiami frequenti e mai ambigui degli ultimi pontefici. La legge 194 è stata oggetto di referendum nel 1981, ma la percentuale di voti favorevoli all’abrogazione, non ha superato il 34 per cento. L’analisi di Carlo Malvezzi, responsabile Enti locali di Forza Italia, già consigliere regionale e comunale, va interpretata in questa chiave critica.
Malvezzi, il tema dell’interruzione di gravidanza è sempre stato un forte argomento di discussione.
Perché, a suo avviso, la legge 194 non è mai stata modificata?
«Il dato più eclatante, in linea con le rilevazioni nazionali è il crescente ricorso all’aborto farmacologico. Questa pratica confina l’aborto nel privato e spesso nella solitudine, contraddicendo lo spirito con il quale i promotori della 194 intendevano “socializzare” e mettere in sicurezza sanitaria un fenomeno fino ad allora clandestino. Per modificare criticamente una legge bisognerebbe verificare le conseguenze della sua piena attuazione. Della legge 194 sappiamo che ha reso possibile 6 milioni di aborti legali, ma non sappiamo quanti sarebbero stati se fossero state adottate tutte le misure previste dalla legge ma mai compiutamente applicate, atte a “superare le cause” che indurrebbero una donna ad abortire. Il volontariato per la vita presente in Italia dimostra che la prevenzione dell’aborto è possibile anche a concepimento avvenuto: le 280.000 mamme aiutate a far nascere i propri figli ne sono la testimonianza più convincente»...
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