Il recente calo dello spread si traduce in un beneficio tangibile per il nostro Paese, con costi di prestito più bassi e un debito potenzialmente più gestibile. Direttore Sabato, dal suo osservatorio privilegiato, in che misura questo miglioramento delle condizioni di finanziamento dello Stato si riflette sulla capacità del sistema bancario di erogare credito all’economia reale?
«Partirei dal fatto che la politica monetaria, più espansiva di quanto non fosse in precedenza, imprime un maggiore impulso al finanziamento dell’economia in generale e reale. È pur vero che, nonostante  vi sia disponibilità da parte delle banche nel sostenere i piani di sviluppo economico, i programmi di investimento che in questo momento possono essere attivati, dal punto di vista imprenditoriale e familiare - come ad esempio l’acquisto di immobili - si infrangono a causa di una situazione di forte incertezza che ammanta tutto il panorama economico. Per quanto riguarda le imprese, la situazione è legata ad un rallentamento dell’attività motivato da situazioni contingenti che si sono verificate nei mercati, in senso generale. Non citerò il problema dei dazi, anche se questi, seppur minacciati, indubbiamente, hanno fortemente condizionato la volontà e la capacità di investire. Per quanto riguarda le famiglie, poi, la possibilità di una riduzione dei tassi consente di beneficiare di una maggiore tranquillità nell’affrontare e portare avanti programmi di acquisto, consumo, o investimento. Anche in questo caso, tuttavia, si aprono altri scenari, percepiti come mutevoli dalle famiglie stesse. Inoltre va sottolineato che il mercato immobiliare, per i privati, ha vissuto una fase di fermento a seguito della riduzione dei prezzi dettata dalla situazione inflattiva generale, che è andata successivamente a contenersi e che ha permesso, negli ultimi mesi, una crescita del finanziamento per l’acquisti di di immobili»...

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Beatrice Silenzi

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