per la Galleria fortemente voluta da Farinacci
“Il maggior edificio civile di carattere monumentale sorto dopo il Medioevo”: così è definita la Galleria XXV aprile nelle pagine della rivista “Cremona” del 1934, a ridosso della sua inaugurazione. L’autore sottolinea la portata, monumentale per l’appunto, e la novità in città. Sembra che dal Medioevo non si osasse tanto per un edificio civile. La galleria, precisamente, si impone nel centro cittadino e si differenzia da tutto ciò che la circonda e la precede cronologicamente. Di fatto, stupisce.
Le dimensioni, le linee così dure e precise, l’imponenza di ogni singolo elemento, suggeriscono una precisa epoca storica. In effetti, durante il Ventennio fascista, la propaganda politica agiva anche attraverso l’architettura. Inaugurata nell’ottobre del 1935, l’edificio nasce come “Galleria XXIII marzo”, a memoria della data del 1919 per celebrare la fondazione dei Fasci di Combattimento in piazza San Sepolcro a Milano. Sarà una delibera della Giunta Comunale del 1945 a dotare l’edificio del titolo attuale. Il 25 aprile celebra, a sua volta, un importante momento: la liberazione dell’Italia dal nazifascismo, la fine dell’occupazione nazista e la definitiva caduta del regime.
Per comprendere al meglio la storia e la portata della galleria, è utile fare un passo indietro e osservare anzitutto la posizione che occupa all’interno del tessuto urbano, oltre al momento storico nel quale viene realizzata. La storia della città affonda le radici nell’epoca romana: nel lontano 218 a.C. nasce quella che diventerà la prima colonia di diritto latino a nord del fiume Po. La conformazione urbanistica della colonia si regge su due strade principali: il cardo e il decumano maggiore, a definire rispettivamente l’asse nord-sud e est-ovest....
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