Un debutto al Monteverdi Festival (l’anno scorso frequentato in veste di spettatore per l’ Orfeo) non al teatro Ponchielli, dove gli amanti della lirica hanno già avuto modo di apprezzarlo nella regia del Don Carlo di Verdi, che gli è valsa il Premio Abbiati. Lui è Andrea Bernard, nato a Bolzano nel 1987, regista e architetto. Ora l’attende l’Ercole Amante del cremasco Francesco Cavalli, allievo di Monteverdi (doppia rappresentazione che chiuderà il Festival, il 27 e 29 giugno). Un’opera semisconosciuta almeno in Italia. «La prima volta che ho letto il libretto e l’ho ascoltata - racconta - ho avuto la sensazione di un’opera di grande movimento e velocità e ho subito pensato che avrei potuto far succedere tante cose, creare effetti... spostamenti. Anche la musica mi è parsa molto bella e varia: i bellissimi cori, i momenti drammatici, la malinconia e l’allegrezza. Anzi, lavorandoci anche con i cantanti, l’ho scoperta molto più comica di quanto non avessi immaginato all’inizio; una lettura da tragicommedia che secondo me funziona bene».


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